Tradizione e innovazione devono convivere. L’architetto Alexandre Salles lo racconta con Terreiro
Abbiamo avuto il piacere di confrontarci con Alexandre Salles, architetto brasiliano, responsabile di Estúdio Tarimba, appassionato di design italiano per le storie che lo rendono unico, per le radici sulle quali alcune aziende, con profonda lungimiranza e sensibilità, continuano a costruire la contemporaneità e il futuro. Salles crede profondamente nella cultura di progetto, che mescola pragmatismo e poetica, bellezza, innovazione e storia. Del “Sistema Italia” nel settore del design, apprezza gli imprenditori illuminati con la loro dedizione, i progettisti appassionati con i loro concetti geniali, che cavalcano generazioni ed epoche; stima le capacità produttive e la visionarietà che hanno legato industria e designer, sviluppando una certa idea di attaccamento alle tradizioni, non come soluzione nostalgica, ma come vero slancio verso il futuro.
Abbiamo chiesto all’architetto brasiliano di commentare una delle sue ultime opere, per descriverci il suo modo di fare architettura e design, la sua idea di innovazione e preservazione delle radici. Terreiro, presentato a CASACOR São Paulo 2024, è un’installazione che diventa riflessione profonda sulla memoria storica e culturale afro-brasiliana, un percorso che va oltre l’aspetto fisico e si collega intimamente alla spiritualità e all’eredità collettiva. La visione di Salles si radica nella sua formazione e nel suo approccio interdisciplinare, che spazia dalla progettazione architettonica alla semiotica urbana. Con una sensibilità acuta per la simbolicità dei luoghi e la loro capacità di raccontare storie, l’architetto trasforma un ambiente di 140 m² in un palcoscenico di memoria, ritualità e connessione tra passato, presente e futuro.
La filosofia progettuale di Salles è centrata sulla valorizzazione della cultura afro-brasiliana attraverso un dialogo visivo e sensoriale. L’uso della terracotta come materiale dominante non è casuale: rappresenta la terra, il suolo che lega ogni individuo alla sua origine, un elemento tangibile di radicamento e identità. Come sottolinea l’architetto, il progetto non è solo una questione di spazi, ma di esperienza: il “calpestare la terra”, sentire la matericità delle superfici e immergersi nei colori e nelle forme, permette di riattivare una connessione profonda con le proprie radici culturali. Il progetto Terreiro è così un’installazione che non solo si guarda, ma si vive, si sente, si respira, in un continuo intreccio tra memoria e contemporaneità.
Il progetto si articola attorno a spazi simbolici e rituali, luoghi fisici che diventano metafore di rifugio, identità e resistenza. Ogni elemento è pensato per evocare un racconto, un’eco di memorie e di connessioni tra le generazioni. In questo, il “terreiro” diventa un luogo di incontro, di scambio, un cerchio che riunisce la comunità e invita alla riflessione condivisa. Salles, infatti, attribuisce una grande importanza agli spazi di socializzazione tradizionali, come i cortili, che divengono scenari di un dialogo continuo tra il visibile e l’invisibile, tra il passato e il futuro. In un’epoca in cui la tecnologia è onnipresente, Salles non teme di portarla nel suo progetto. L’integrazione dell’intelligenza artificiale è una scommessa sul futuro, un ponte tra la tradizione culturale e le innovazioni tecnologiche. Ma questa tecnologia non dimentica mai il passato. Anzi, viene utilizzata per arricchire il discorso sulla memoria, sui saperi ancestrali, sul valore della ricerca e della conoscenza, creando un incontro tra l’antico e il contemporaneo.
Terreiro è anche un omaggio alle figure femminili, che sono il cuore pulsante della cultura afro-brasiliana. Questo tributo alla manualità e alla capacità di tramandare conoscenze non è solo un richiamo alla resilienza delle donne, ma anche una riflessione sulla continuità del sapere e sulla forza di mantenere vive le tradizioni. La manualità, il cucinare, il tessere, sono visti come atti di resistenza e di amore, che trascendono il tempo e creano legami tra le persone. L’architettura di Salles, quindi, non si limita a creare uno spazio fisico ma diventa un atto di custodia e di riattivazione culturale. Ogni scelta, dalla disposizione degli elementi alla selezione dei materiali, è un atto consapevole di restituzione alla comunità afro-brasiliana, un invito a riscoprire la propria identità e a costruire, insieme, un futuro che non dimentica il passato.